Gentili Collega,
torno a scriverti dopo l’ultima mia comunicazione di venerdì scorso, 20 marzo, in cui già sottolineavo quanto importante sia restare uniti e prepararci, insieme, come classe dirigente, a risollevare il Paese.
Sono stati moltissimi i messaggi di risposta che ho ricevuto, di ringraziamento ma anche di proposta, che ritengo preziosi per definire al meglio la linea che questa Federazione deve seguire.
L’interlocuzione diretta con te mi permette anche di offrirti un aggiornamento sulle attività avviate in questi giorni.
A una settimana di distanza, ci troviamo in una situazione già sensibilmente diversa. Nel mezzo, la decisione del Governo di sospendere le attività produttive ritenute non essenziali. Con tutto ciò che questo comporta.
Di fronte al nuovo scenario, con l’obiettivo di interpretare il quadro normativo in continua evoluzione e di reagirvi, abbiamo portato avanti un’azione di lobbying e di proposizione legislativa senza sosta.
Oggi stesso abbiamo trasmesso al Senato della Repubblica le nostre richieste di emendamento al Dl Cura Italia, che abbiamo presentato congiuntamente a tutte le rappresentanze del management, pubblico e privato.
Si tratta di revisioni auspicate, incentrate sul riconoscimento della dignità e dell’essenzialità del ruolo manageriale, che chiedono il pari rispetto dei diritti di tutti i lavoratori, dirigenti compresi, e sgravi contributivi a favore delle imprese affinché nessuna, in particolare una piccola o media azienda, scelga di fare a meno delle competenze manageriali.
Abbiamo quindi inserito nella proposta di emendamento ciò che avevo in precedenza dichiarato pubblicamente in questo comunicato stampa: vale a dire che va fugato ogni dubbio interpretativo circa il divieto di licenziamento durante la fase di moratoria prevista dal Dl Cura Italia, che deve valere per tutti i lavoratori, dirigenti compresi.
Le nostre non sono unicamente posizioni di difesa: sono molte le indicazioni che stiamo offrendo, a livello istituzionale nazionale ed europeo, per cercare di affrontare l’impatto di questa terribile pandemia sull’economia.
Personalmente sono in contatto con i vertici di Confindustria e Confapi per unire le forze in ottica propositiva, per gestire insieme le problematiche comuni e prepararci tempestivamente ai provvedimenti normativi che certamente seguiranno.
C’è l’impegno dell’intero management che sta affrontando l’emergenza senza tirarsi indietro e questo voglio che sia riconosciuto.
So per certo che molti colleghi come te stanno vivendo problemi delicati, sia per se stessi sia per le aziende in cui operano, che certo non possono essere risolti utilizzando semplicemente la leva dello smart working.
Abbiamo notizie di chi sta spontaneamente – in alcuni casi “spintaneamente” – ricorrendo alle ferie, chi sta adottando strumenti di solidarietà in azienda, chi sta riducendo la propria retribuzione e chi, infine, sta resistendo alla chiusura dell’attività di impresa o al congelamento di una consulenza.
Viviamo la preoccupazione anche dei colleghi in pensione che stanno dimostrando grande solidarietà e grande forza, e ai quali assicuriamo sin d’ora la nostra tutela nelle situazioni che potremo dover gestire nei prossimi mesi.
Non possiamo prefigurare con esattezza ciò che saremo chiamati ad affrontare.
Ci sarà prevedibilmente una selezione darwiniana che spazzerà via molte imprese, soprattutto le più piccole e metterà in difficoltà molti lavoratori e le loro famiglie. Sopravvivranno quelle meglio attrezzate e ne nasceranno delle nuove con nuovi prodotti e mercati più ampi.
Ciò che farà la differenza sarà, ancora una volta, avere disponibili competenze manageriali capaci di guidare un team affiatato e motivato per vincere questa difficile sfida.
Servono donne e uomini capaci che prendano per mano il Paese, un nuovo modello produttivo in cui lo sviluppo e la diffusione della cultura manageriale rappresenti il vero elemento di discontinuità.
Noi tutti, con il tuo contributo, lavoriamo in questa direzione.
Spero valga la rassicurazione, mia e di tutta questa Federazione che sono onorato di guidare, che continueremo a sostenere in ogni sede utile le nostre argomentazioni affinché non siano disperse le risorse professionali di cui siamo ricchi e, di conseguenza, non sia indebolito il nostro tessuto produttivo già fragile.
Con stima, ti porgo i miei più cordiali saluti.
Il Presidente
Stefano Cuzzilla